Il prezzo della benzina torna a diventare la principale preoccupazione degli italiani e i tentativi del Governo Meloni non sortiscono gli effetti previsti e desiderati. Cosa succede davvero
Ormai da qualche giorno, all’entrata delle pompe di benzina italiane, sono stati esposti, per volere del Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei cartelli molto particolari. Su questi cartelli viene chiarito il prezzo medio della benzina a livello nazionale, nelle strade pubbliche e a livello regionale sulle linee autostradali. L’idea era arrivata dopo che l’Antitrust aveva avviato un’indagine sulle possibili speculazioni che erano state teorizzate in seguito ai vertiginosi aumenti della benzina e del diesel.
I numeri, infatti, difficilmente si spiegavano da soli. Così per mettere un freno a questa situazione, la soluzione dei cartelli sembrava essere la più pratica ma soprattutto la più immediata. Però, ance se questi cartelli sono stati introdotti solo da pochi giorni, l’andamento economico parla chiaro. Non sembrano assolvere alla funzione che era stata preposta loro.
Prezzo della benzina, il flop dei prezzi medi
Una dichiarazione su tutte sembra farsi carico del pensiero collettivo dei distributori. “Se il buongiorno si vede dal mattino” sottolinea Roberto Di Vincenzo, presidente Fegica, la Federazione dei Gestori Impianti Carburanti e Affini “allora il cartello del prezzo medio” ovvero il numero medio dei rezzi dichiarati giornalmente sui benzinai italiani, “rischia di non essere la panacea di tutti i mali”. Anzi
E i numeri parlano chiaro. Si era già stato riflettuto a lungo su un possibile effetto boomerang su questa manovra specifica, ma il presidente della Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini, parla di effetti molto più impattanti di quelli teorizzati in precedenza. La preoccupazione che questi cartelli potessero portare un aumento dei prezzi invece di una riduzione, era stata ampiamente discussa. Fin dalla sua prima discussione in sede di audizione parlamentare.
A sollevare i primi dubbi era stato il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli. A parer suo, i benefici per i consumatori, derivanti da questa manovra, apparivano tutt’altro che certi. Ed il tempo, se pur breve, sembrerebbe aver dato ragione alle affermazioni di Rustichelli. Oltre a non portare reali benefici ai clienti, si corre l’evidente rischio di ridurre gli stimoli competitivi. La base del libero mercato.