Gli influencer, un mondo di precariato. L’avresti mai detto?

Ormai gli influencer del web svolgono un vero e proprio lavoro sui social ma non c’è nessuno che possa tutelarli a livello fiscale. Un nuova iniziativa si prefissa tale obiettivo.

Social
Social (foto da Pixabay)

Se prima volevano diventare tutti calciatori e veline adesso i giovani aspirano ad essere influencer, o comunque a guadagnarsi da vivere postando foto e video sui social più in voga del momento.

Infatti si tratta di un mercato sempre più fiorente che regala impressionanti prospettive di guadagno con il minimo sforzo. Il problema è che di tutte le persone che puntano a un’entrata certa, e magari tale da far cambiare vita, sui social solo poche miglia di loro riescono effettivamente a tramutare tale passione in un impiego redditizio.

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L’obiettivo dei creator, deli streamer e degli influencer è quello di svolgere un lavoro quotidiano su piattaforme social come YouTubeTwitterInstagramTikTok e Twich, volto ad aumentare il numero dei follower proponendo contenuti sempre più originali. Un impegno che porta via tempo, ma che poi sembra non riesca ad avere dei riscontri nella vita fuori dal web.

Gli influencer nella vita reale

Social media
Social media (foto da Pixabay)

A quanto pare rimane difficile per un creator dimostrare alle banche o alle finanziarie che il loro è un vero lavoro che assicura una vera entrata mensile. Inoltre molti aspiranti lavoratori dei social network si imbattono spesso in problemi, quali le riduzioni degli abbonamenti o il rischio di essere bannati, che limitano ancora di più la possibilità di affermarsi in quel mondo.

Per queste ragioni sta nascendo il Siicc, il Sindacato di streamer e influencer.

Si tratta appunto di un sindacato volto alla tutela dei lavoratori sui social. Infatti uno dei primi obiettivi del Siicc sarebbe proprio “quello di creare un codice Ateco ad hoc anche per questa categoria” spiega Edoardo Leoni leader del Siicc.

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Certo si tratta di un’impresa difficile ma che sembra partire con buone prospettive. Infatti sono previsti anche eventi alle università per insegnare agli aspiranti streamer come muoversi a livello fiscale. Inoltre, afferma Leoni, “cercheremo anche partnership con le aziende, ad esempio del food, per garantire sponsorizzazioni a ogni associato, dando a tutti le possibilità economiche per avviare le loro iniziative”.

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