Sciopero autotrasporto, si rischia il blocco dell’Italia: i danni economici

Sciopero autotrasporto, quasi tutte le aziende sono d’accordo con i motivo che hanno causato lo stop: tavolo aperto in Sicilia

Sciopero autotrasportatori
Sciopero autotrasportatori (Foto Ansa)

I prezzi alle stelle dei carburanti hanno innescato lo sciopero degli autotrasportatori che negli ultimi mesi sono stati costretti a lavorare pagando sempre di più un pieno.

Secondo Trasportunito il fermo non è a macchia di leopardo ma molto diffuso e dal sondaggio emerge che il 98% delle imprese condivide lo sciopero dei mezzi che attualmente si sta svolgendo più al Centro e al Sud e che vede coinvolte 25mila imprese. Il blocco del sistema dei trasporti su gomma rischia di paralizzare il paese con le merci non consegnate, il fermo delle compravendite e tutto ciò che può conseguire.

La protesta, nata dal caro benzina, vede ora maggiori motivi, secondo gli scioperanti, nell’immobilità delle istituzioni accusate di far poco per fermare i rincari che possono essere disastrosi.

La decisione di non partire avrebbe fermato circa 90mila mezzi pesanti causando un taglio di circa 30 milioni di tonnellate di merci trasportate. A pagare il prezzo più alto è il settore dei prodotti deperibili come l’ortofrutticolo.

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Sciopero autotrasporto, in Sicilia situazione in evoluzione

Sciopero autotrasportatori
Foto Ansa

Maurizio Longo, il segretario di Trasportounito, ha spiegato che le proteste sono state innescate dal pesantissimo rincaro dei carburante ma alcune problematiche sono croniche.

Sono vari gli interventi che le organizzazione chiedono da anni ma il Ministero di riferimento, accusa, resta immobile e nulla fa in riferimento alla riforma del settore come quella imposta dall’Unione Europea dal Regolamento 1055 o con la carenza di autisti.

Le novità introdotte dalle istituzioni europee non sono state accomapgnate da norme tecniche producendo secondo trasportounito varie problematiche: sono state eliminate le vecchie licenze e a un peggioramento delle condizioni di lavoro e sostenibilità dei trasporti.

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In alcune zone del paese però la situazione potrebbe trovare una soluzione. Alcuni presidi in Sicilia sono stati revocati ieri quando è stato costituito untavolo permanente in Regione  tra le organizzazioni sindacali e le più grandi organizzazioni di distribuzione organizzata.

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