Pensione di vecchiaia a 67 anni e 20 di contributi: in alcuni casi è stata respinta la domanda poiché bisogna aspettare altri 4 anni
Sono due i requisiti per accedere alla cosiddetta pensione di vecchiaia, aver compiuto 67 anni e 20 di contributi. Ma ci sono stati casi in cui un richiedente si è visto respingere la domanda, nonostante generalmente a tanti altri cittadini venga accettata solo con quei contributi.
Chi ha avuto le porte chiuse della pensione si è sentito rispondere che bisogna aspettare ancora altri quattro anni e raggiungere quindi i 71 anni anagrafici. Il motivo di questo che apparentemente sembra una disparità di trattamento sta nel fatto che una legge del 1996 ha cambiato le regole e gli effetti ci sono ancora adesso.
Chi infatti è andato in pensione con 67 anni e 20 di contributi, è riuscito a farlo perché rientrano nel sistema previdenziale prima del 1996 e i versamenti sono avvenuti tutti precedentemente a quell’anno.
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Pensione di vecchiaia a 71 anni: i motivi del diverso trattamento precedente al 1996
Chi invece dal 1996 in poi o con la Gestione separata, rientra pienamente nel sistema contributivo. In questo caso bisogna considerare ancora un altro punto, c’è da soddisfare un requisito senza il quale non si può accedere alla pensione ed è l’importo dell’assegno maturato: deve essere almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale dell’Inps.
Calcoli alla mano, facendo un esempio concreto, l’assegno sociale per il 2022 è di 468 euro qui per accedere a 67 anni, l’assegno deve essere di almeno 702 euro: non è così bisogna aspettare che siano compiuti i 71 anni di età.
I motivi di questo differente trattamento è tutto nel sistema di calcolo della pensione: per chi rientra nel sistema misto, in caso di redditi che sono inferiori a minimi stabiliti dalla legge, è necessario un’integrazione al trattamento minimo.
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Chi invece sta nel sistema contributivo la suddetta integrazione non è prevista e dunque basta solo la soglia minima di età che la legge ha posto a 67 anni anagrafici.
