Infortuni, il rapporto sui dati del lavoro al femminile: cosa è emerso

L’Inail come di consueto ha pubblicato il suo rapporto relativo ad infortuni e malattie professionali al femminile: a commentarlo Lisa Gattini, segretaria della CGIL Parma.

Rapporto Inail infortuni lavoro femminile
(Pexels – Pixabay)

Anche quest’anno, come di consueto, l’Inail ha pubblicato il suo rapporto relativo ad infortuni e malattie professionali al femminile. Un documento oggetto di commento da parte della dottoressa Lisa Gattini, segretaria della CGIL Parma.

Attraverso il report è emerso quanto la pandemia da Covid-19 abbia inciso sul fattore sicurezza e se soprattutto vi siano stati dei miglioramenti su tal fronte.

Inail, infortuni sul lavoro al femminile: cosa è emerso dal rapporto

Rapporto Inail infortuni lavoro femminile
(StartupStockPhotos – Pixabay)

La sicurezza di un lavoro dipende dall’ambito in cui viene espletato. Numerosi i fattori che possono incidere: si pensi agli orari, alle distanze da percorrere, la tipologia di contratto.

Volgendo uno sguardo alle lavoratrici, la maggior parte di esse è impiegata in aziende che erogano servizi alla persone, molte altre nella sanità, altre nella scuola. Settori in cui il livello di stress è molto elevato. Un fattore risultato altamente invalidante. Sarebbe proprio questo, riporta la redazione Il Parmense, quanto emerso dall’ultimo rapporto Inail riguardante infortuni e malattie professionali al femminile.

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Analizzando nello specifico il documento nel periodo 2016-20 le denunce per infortunio sarebbe calate attestandosi al 10,8%, tuttavia tale dato riguarderebbe in maggior misura gli uomini. Per le lavoratrici, invece, si sarebbe registrato un aumento del 6,3%.

Nell’indotto agricolo la percentuale di infortuni sul lavoro per queste ultime sarebbe stato del 42%. La maggior parte dei sinistri sul luogo di lavoro si sarebbero verificati al Nord, stesso dicasi per quelli con esito mortale. Gli arti le parti del corpo rimaste maggiormente lese. Quanto alla fascia d’età più vessata, quella dai 45 ai 49 anni. Tornando agli infortuni mortali, sempre nel periodo indicato poc’anzi, le vittime sarebbero state per la maggiore di età compresa tra i 55 ed i 69 anni.

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Nel culmine del periodo pandemico, per ovvie ragioni, gli infortuni sarebbero diminuiti salvo poi subire un nuovo aumento tra il 2021 e l’anno in corso, soprattutto in ambito sanitario.

La dottoressa Lisa Gattini, segretaria della CGIL Parma ha commentato il rapporto Inail affermando come quest’ultimo rifletta “esattamente la condizione generale del lavoro ed impiego femminile ed insieme la necessità – riferisce Il Parmense- di trovare dei correttivi che riducano per poi renderle residuali le percentuali sia in ambito infortunistico che in ambito di malattia professionale”.

La segretaria della nota sigla sindacale ha sottolineato come è importante non sottovalutare la sussistenza di un numero inquantificabile di infortuni che non vengono denunciati, soprattutto perché avvengono in un contesto di lavoro nero. La CGIL Parma è certa che tale casistica involga numerose donne e che pertanto sarebbe opportuno intensificare i controlli.

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