L’assegno unico non basta: in Italia non nascono più bambini

L’Assegno Unico Universale non riesce a spingere le nascite in Italia che crollano a marzo 2022: vediamo i motivi

crollo nascite marzo
(foto Pixabay)

L’Assegno Unico Universale, la nuovissima misura voluta dal governo in sostituzione di tutti gli altri bonus a sostegno delle famiglie con figli, non riesce a far decollare la natalità in Italia come sperato. Nel 2021 c’era stata una piccola ripresa sul numero dei nuovi nati, ma la frenata è arrivata proprio a marzo, mese proprio della partenza della nuova misura. Calano vertiginosamente le nascite facendo registrare un meno 4mila nuovi nati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’allarme arrivato in primavera subito dopo un autunno discreto che ha visto un aumento delle nascite che faceva ben sperare nella tanto auspicata inversione di tendenza.  Non sono bastate dunque le nascite di gennaio e febbraio per tenere il trend positivo e neppure evidentemente vi è stato un effetto fiducia rispetto ai sostegni pro figli che di fatto garantivano una certa tranquillità a chi desiderava aumentare la famiglia o crearne una nuova.

Assegno Unico Universale: troppo presto per essere efficace ma è un inizio

crollo nascite marzo
(foto Pixabay)

Si è dunque aggravata “la dinamica naturale negativa” che caratterizza il nostro paese da dieci anni a questa parte e a questa si aggiungono i troppi morti dovuti alla crisi sanitaria che ha interessato la nazione durante gli ultimi due anni. Il tutto si traduce in pochi nati e tanti morti, la drammatica realtà italiana. Nel 2021 si era registrato un calo del 1,3% delle nascite facendo scendere per la prima volta in Italia i nuovi nati sotto le 400mila unità.

In un’Europa dove l’Italia è sempre stata fanalino di coda rispetto alle politiche familiari, troppo frammentate e poco incisive, si assiste ora alla crescita di squilibri demografici senza precedenti. L’Assegno Unico Universale nasce proprio con l’intento di invertire la tendenza e disporre aiuti concreti a sostegno delle famiglie con figli, fortemente penalizzate dalla crisi prima derivante dalla pandemia e più recentemente acuita dallo scoppio dalla guerra in Ucraina e dal caro energetico.

L’obbiettivo della nuova misura è proprio di favorire la natalità nel nostro paese, sostenendo la genitorialità, riattivando l’occupazione, specie quella femminile. I due lati di una stessa medaglia per arrivare a sostenere realmente e a lungo termine in maniera efficace. Certo non si può pretendere effetti miracolosi e immediati ma sicuramente un buon punto di partenza. Per lo meno può cercare di ridurre l’incertezza di chi sta progettando di avere un figlio in questo particolare momento storico. Mettendo finalmente al centro il bambino e i suoi genitori.

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