Multa di 500 euro, guai per Vittorio Sgarbi che fa una promessa

Gli viene comminata una multa di 500 euro, guai per Vittorio Sgarbi che fa una promessa: era insieme al suo autista.

VITTORIO SGARBI MULTA
(FOTO CANVA)

Se ti chiami Vittorio Sgarbi e da circa 40 anni sei al centro dell’attenzione mediatica, anche il più piccolo episodio può trasformarsi in una tempesta. Soprattutto se a denunciarlo sei te e molti utenti commentano sdegnati la tua denuncia, dandoti contro. A raccontare quanto accaduto il quotidiano La Provincia di Como, che sul sito spiega come il noto parlamentare e critico d’arte abbia postato un video su Facebook, in cui commenta con amarezza un episodio del quale è stato protagonista.

Perché è scattata la multa a Vittorio Sgarbi? Cosa ha fatto

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Quello stesso video sparisce appena qualche minuto dopo, il tempo di collezionare qualche centinaia di visualizzazioni e di essere commentato e ricondiviso. Spesso sopra le righe, Vittorio Sgarbi denuncia quanto gli è accaduto in Svizzera, pensando di trovare una solidarietà che evidentemente viene subito smorzata. Così il video sparisce, ma l’episodio da lui denunciato resta. Con tutti gli annessi e connessi del caso. Ma cosa ha combinato stavolta il parlamentare, che ha manifestato l’intenzione di non recarsi più non solo nel Canton Ticino, ma nell’intera Conferazione elvetica?

A quanto pare, il leader di Rinascimento, il partito politico da lui fondato ormai cinque anni fa, avrebbe preso una multa da 500 euro mentre si trovava in Svizzera. Il motivo? Tornava dal festival del cinema di Locarno e ancora prima di attraversare il confine con l’Italia, rimasto imbottigliato nel traffico, avrebbe fatto accendere il lampeggiante della sua auto blu all’autista che lo trasportava. Il tutto è accaduto a pochi metri dal confine con Chiasso, ma stando a quello che è emerso la Polizia cantonale non ha voluto sentire storie.

Quel lampeggiante azionato anzitempo, insomma, è costato al noto politico italiano appunto la somma di 500 euro. Non solo: gli agenti svizzeri avrebbero invitato Vittorio Sgarbi a restare in auto mentre venivano compiuti gli accertamenti di rito. Tutto questo al politico e critico d’arte non è andato giù e da qui la ripromessa di non tornare più in Svizzera e nel Canton Ticino. Un cantone che forse è più sicuro, ma di certo per Vittorio Sgarbi non è per nulla accogliente.

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