Manovra Meloni, battaglia in Parlamento: i punti più discussi

Manovra Meloni, dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato e la firma di Mattarella al via l’iter: i contenuti più scottanti della legge

Manovra Meloni
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La Legge di Bilancio a dispetto del nome ancora non è ufficialmente legge perché c’è bisogno del via libero definitivo del Parlamento. Alcuni punti della manovra finanziaria scateneranno accese discussioni in aula anche se l’impianto principale approvato dal Consiglio dei Ministri non dovrebbe cambiare vista l’ampia maggioranza di cui gode il governo.

La soglia che prevede l’obbligatorietà per accettare il pagamento con i Pos passa a 60 euro mentre dal 30 giungo scorso non c’era soglia minima, si poteva pagare qualsiasi cifra. Una norma che farà gola a chi non vuole ricevere soldi tracciabili.

Manovra Meloni, i principali contenuti

Discussione in Parlamento ma anche nel Paese per il Reddito di Cittadinanza. Dal 2023 sarà erogato solo per 8 mesi per poi scomparire nel 2024.

Altro tema caldo è la soglia del contante. Oggi è a 2.000 euro ed è previsto il calo a 1.000 dal 1 gennaio. La Legge di Bilancio invece porta a 5.000 euro.

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Sul piatto ci sono 21 miliardi contro il caro bollette fino a marzo. Non ci saranno gli oneri impropri delle bollette elettriche (come ad esempio le spese per lo smaltimento del nucleare). Rafforzato il Bonus sociale, lo sconto diretto in bolletta di luce e gas. Era previsto per i cittadini con Isee a 12mila euro, ora fino a 15mila. Da dicembre dimezzato lo sconto carburanti che passa da 30,5 centesimi a 18,3 centesimi.

4 miliardi per il lavoro che serviranno a tagliare che il cuneo fiscale di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro e di 3 per chi arriva a massimo 20mila euro.

Per incentivare le assunzioni è prevista la decontribuzione azzerata per chi assume donne, giovani under 36 anni o i percettori del Reddito di cittadinanza.

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Confermato anche il bonus acquisto prima casa per chi ha meno di 36 anni. Previsto l’innalzamento della soglia della flat tax da 65mila a 85mila euro per gli autonomi: per loro una flat tax per incrementi di reddito fino a 40mila euro.

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