Congedo per i figli, cosa c’è da sapere? Non l’avresti mai detto

Il congedo per la malattia dei figli, un diritto per metà. Non si possono lasciare i figli malati da soli non ci si può assentare dal lavoro. Lo Stato propone un aiuto.

Genitori lavoratori
Genitori lavoratori (foto da Pixabay)

Si dice che chi fa i figli poi se li deve guardare. In realtà è quello che cercano di fare molti genitori lavoratori. Conciliare lavoro e famiglia è una questione annosa e dare precedenza a l’uno o all’altra non significa per forza attribuirgli più o meno valore. Il fatto è che a volte ci sono delle situazioni che hanno bisogno di una maggiore attenzione ed essere flessibili a riguardo significa conservare dei vantaggi per il futuro.

Questo è quello che succede ai genitori che, specie nel periodo autunnale, hanno figli piccoli che si ammalano spesso. In questo caso per il datore di lavoro avere un atteggiamento flessibile può significare la possibilità di conservare quella figura professionale per gli anni a venire, perché i figli non saranno piccoli per sempre.

A sostegno di ciò l’INPS mette a disposizione del lavoratore una sorta di permesso speciale, chiamato proprio “congedo per la malattia del figlio”. Questo permette al lavoratore di assentarsi qualche giorno sempre però attenendosi ai limiti e alle imposizioni espressi dalla normativa.

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Caratteristiche del congedo per la malattia del figlio

Genitori con i figli
Genitori con i figli (foto da Pixabay)

Il lavoratore che deve assentarsi per problemi relativi ai figli ha diverse possibilità. Può scegliere il congedo per la malattia del figlio, il permesso per allattamento (fino al compimento del 1° anno di età) oppure il congedo parentale fruito ad ore.

Ovviamente tutto ha un limite e tutto chiede dei requisiti. L’articolo 47 del Trattato Unico 151/2001 determina che possono richiedere il congedo sia i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato che determinato. Ma la clausola è che questo può avvenire solo quando l’età del bambino malato non supera gli 8 anni.

Per quanto riguarda la durata invece il periodo di astensione facoltativa varia a seconda dell’età del bambino. Fino ai 3 anni del bambino entrambi i genitori possono assentarsi alternativamente per il periodo di malattia del figlio, senza limiti di tempo. Fra i 3 e gli 8 anni invece ciascun genitore può assentarsi a turno per massimo 5 giorni lavorativi all’anno.

Certo tutti questi problemi potrebbero essere fortemente snelliti se invece di centellinare giorni per accudire i propri figli malati si aiutassero le famiglie ad avere un sostegno. Avere la possibilità di una Babysitter toglierebbe non poche preoccupazioni al lavoratore e di conseguenza al datore di lavoro.

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Anche perché i periodi di assenza che spettano al genitore richiedente per il congedo offerto dall’INPS non sempre sono retribuiti. Per i lavoratori del settore pubblico, fino ai 3 anni di età del bambino, i primi trenta giorni di congedo sono pagati al 100%. Ma per tutti gli altri dipendenti per i giorni di congedo per la malattia del figlio non è prevista alcuna retribuzione.

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