Pensione con 3 anni di anticipo. Ѐ davvero conveniente?

Andare in pensione con 3 anni di anticipo sembra davvero possibile. Ma bisogna fare attenzione perché ci sono dei risvolti che è bene considerare.

Risparmi
Risparmi dovuti (foto da Pixabay)

Si dice che il sistema pensionistico sia un grosso pensiero per lo Stato. Forse però la maggior parte dei cittadini si chiede perché, dato che in una media di 30 anni di lavoro sono i lavoratori a versarsi i propri contributi. A tutti viene spontaneo pensare che all’arrivo della pensione gli verranno restituiti i propri soldi, ma se questo è un problema dove sono finiti i versamenti fatti?

Forse è per questo mistero che si cambiano continuamente le carte in tavola, introducendo cambiamenti e agevolazioni che poi tali non sono. Certamente andare in pensione anticipata è un discorso che fa gola a molte persone. Soprattutto perché per ritirarsi dal lavoro bisogna per legge aver raggiunto un’età che sulle spalle pesa insieme ai tanti anni di lavoro. Ricordiamo numerose modifiche legislative che hanno modificato l’età minima e i vari requisiti per andare in pensione.

Tra le più recenti ricordiamo la legge Fornero (quella con 40 anni di contributi a qualsiasi età), l’APE SOCIALE (anticipo pensionistico a 63 anni, con un prestito bancario agevolato), fino ad arrivare al Decreto Legge su Quota 100, entrato in vigore il 29 gennaio 2019. Quest’ultimo ha reintrodotto un pensionamento anticipato per gli iscritti alle gestioni INPS con 62 anni di età e 38 di contributi. Ora cambia tutto di nuovo.

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La pensione agevolata

A fine lavoro
A fine lavoro (foto da Pixabay)

L’attuale pensione agevolata di cui si parla è l’anticipata contributiva. Questa prevede che il lavoratore abbia raggiunto 64 anni di età e abbia versato almeno 20 anni di contributi. In più, oltre ad aver versato tutti i contributi nel sistema contributivo, si dovrà anche aver liquidato un assegno che sia almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS (una pensione di circa 1280 euro).

Ma c’è un aspetto al quale bisogna fare molta attenzione. Prima di fare l’operazione di computo nella gestione separata, ovvero di accumulare tutti i contributi nel fondo pensionistico per arrivare ai limiti richiesti, è bene verificarne gli effetti. Infatti non è detto che poi i contributi diano realmente una pensione dell’importo previsto per l’accesso a 64 anni. E se così non fosse, essendo la richiesta di computo irreversibile, non si potrebbe tornare indietro, andando a percepire per sempre una pensione ridotta e non adeguata.

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Quindi è bene fare tutti i calcoli del caso prima di aderire a agevolazioni che sembrano tanto vantaggiose e valutare, magari insieme a un esperto, se davvero queste misure possono agevolare la situazione oppure no.

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