Accertamenti fiscali, cosa fare quando il Fisco ha torto

Possono esserci delle situazione nelle quali l’Agenzia delle Entrate sembra assumere un comportamento iniquo. C’è un libro che spiega cosa fare.

Calcolatrice e soldi
(Freepik)

Accertamenti fiscali, niente più proroghe o deroghe e persino qualche difficoltà ad avere accesso ai bonus concepiti dal Governo. Tutto questo e molto di più offre il 2022 a famiglie ed imprenditori. I quali ora dovranno fare fronte a dei pagamenti che non sarà più possibile rinviate.

Nei due anni che hanno fatto seguito al deflagrare della pandemia in molti avevano ricevuto degli aiuti importanti, con la sospensione dei versamenti da effettuare per legge. Ora però la situazione è cambiata e chi non è in regola rischia di subire degli accertamenti fiscali.

Che tra l’altro possono scattare anche in caso di prelievo di somme superiori ai 999 euro. Infatti dal 1° gennaio 2022 è scattato il divieto di effettuare qualunque forma di pagamento in contanti al di sopra di questa cifra.

Accertamenti fiscali, non sempre hanno ragione di essere

Conti
(Freepik)

Le associazioni di categoria che riuniscono gli imprenditori italiani sottolineano come la loro non sia affatto una situazione rosea.

Perché basta poco per andare “sottosopra”, con tanti imprevisti che possono sempre accadere, tra clienti morosi, imprevisti sul lavoro, scelte sbagliate e quant’altro.

Addirittura su Amazon è uscito un libro dedicato a questa problematica, dal titolo “Gestisci e risolvi con Agenzia delle Entrate” e che riporta numerosi casi di contenziosi e di ricorsi che gli imprenditori hanno impugnato contro il Fisco e contro alcune delle sue decisioni ritenute poco amichevoli e soprattutto inique.

Anche la Cassazione ha dato torto al Fisco

Del resto anche una recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione ha costretto l’Agenzia delle Entrate a dovere ritirare le ingiunzioni di pagamento e le relative, pesantissime sanzioni aggiuntive, avanzate nei confronti di una donna, che avrebbe dovuto pagare qualcosa come quasi 300mila euro.

Secondo gli ermellini l’approccio unilaterale scelto dall’Agenzia delle Entrate non ha dato adito a potere avanzare alcuna pretesa nel ricevere dei pagamenti che non avevano goduto di alcuna verifica.

Potrebbe interessarti anche: Detrazione spese universitarie, le agevolazioni per gli atenei privati

Per la Cassazione, se manca la convocazione della controparte interessata, allo scopo di ascoltare la versione di quest’ultima, allora si può arrivare ad un punto per il quale il Fisco ha torto.

Potrebbe interessarti anche: Superbonus 2022, stop alla vecchia cessione del credito: “Stop ai furbi”

Inoltre in questa specifica situazione si era scoperto che era stato il commercialista della donna a manomettere i conti della diretta assistita, la quale era parte lesa in tutto ciò.

Impostazioni privacy