Accesso allo smart working, priorità per alcuni genitori

Accesso allo smart working, le condizione per ottenerlo più facilmente. Novità anche per i concedi parentali

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Smart working (foto Ansa)

C’è chi ha quasi sempre lavorato in smart working e chi lo fa di tanto in tanto. Pensiamo ai liberi professionisti e a chi effettua delle prestazioni gestendo il proprio tempo come meglio crede.

Ma da due anni circa, da quando il Covid è entrato nelle nostre vite, il lavoro agile – la traduzione più fedele di smart working – si è diffuso tantissimo, anche tra chi è sempre uscito di casa per lavorare.

In questi due anni anche i dipendenti pubblici hanno lavorato da casa. Questo metodo si è rivelato positivo per tanti che tagliano i tempi di percorrenza casa-lavoro andata e ritorno e sono sempre più persone a chiedere di poter svolgere le proprie manzioni restando a casa.

Restare a lavorare a casa si è rivelato una grande possibilità per i genitori di figli che hanno bisogno di maggiori attenzioni come i minori o i più fragili, ed è a loro che la legge ha riconosciuto alcuni diritti in più. Lo prevede uno schema del decreto legislativo che il governo ha approvato il 31 marzo, recependo una direttiva Ue: i genitori di figli che hanno meno di 12 anni avranno priorità nell’accesso al lavoro agile.

Quando i datori di lavoro, che siano pubblici o privati, stipulano accordi con i dipendenti che possono svolgere le proprie manzioni da remoto, devono riconoscere le priorità a chi ha figli minori di 12 anni, così come (senza limiti di età), in caso di figli disabili o di genitori caregiver, ossia di chi si occupa di accudire un parente malato.

Smart working, come cambiano i concedi

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Foto Ansa

L’altro schema riguarda il diritto all’informazione sui punti più importante del rapporto di lavoro, sulle condizioni e la tutela mentre il secondo, volto a conciliare la vita familiare e lavorativa, riguarda anche i concedi parentali.

Aumenta da 6 a 12 anni il limite di età del figlio per ottenere il congedo parentale parzialmente indennizzato (al 30%) e passano da 6 a 9 mesi per i quali si ha diritto all’indennizzo sui 10 complessivi.

Sono invece 11 i mesi si periodo di congedo che può chiedere un genitore solo e c’è la conferma di 10 giorni di congedo obbligatorio per il padre che può chiederlo anche negli ultimi 2 mesi di gravidanza e non solo nei primi 5 dopo la nascita del bambino. Si può usufruire anche nel malaugurato caso di morte perinatale del figlio.

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