Ecco da cosa dipende il caro benzina e come fermarlo

Caro benzina, la questione sta diventando emergenziale: la proposta per ridurre i prezzi a beneficio di tutti

AnsaFoto

Quando a marzo il prezzo della benzina stava raggiungendo i 2 euro a litro, molti automobilisti crearono lunghe file ai distributori per fare il pieno, prima che si toccasse la soglia.

La guerra in Ucraina era cominicata da poco con l’attacco della Russia. Forse presi anche dal timore che potesse esserci una pesante crisi di approviggionamento (lo stesso avvenne nei supermercati con i beni di prima necessità), la questione sembrava più sentita.

I social erano pieni di foto con i cartelli dei distributori dei prezzi al rialzo. Oggi la benzina ha stabilmente superato i 2 euro a litro, sia servito che selfe service, mentre il diesel è vicinissimo a questa cifra. Anche se è una zavorra economica pesante, forse adesso prevale la rassegnazione. Non si vedono più lunghe file ai distributori per la paura che il prezzo possa salire ancora.

Il governo è anche intervenuto con il taglio delle accise (in vigore fino all’8 luglio, è necessaria quindi la proroga) che fa risparmiare su ogni litro 30 centesimi, Iva inclusa.

Caro benzina: “Torniamo ai prezzi amministrati”

LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:

È una situazione straordinaria e quindi è richiesto un intervento straordinario, sostienne Fegica, la Federazione dei Gestori Carburanti, che propone il ritorno ai prezzi amministrati.

Ma di cosa si tratta? È il sistema in vigore fino al 1991, quando il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, decise la liberalizzazione nel settore.

Se si tornasse al sistema precedente, l’Italia sarebbe al riparo dal meccanismo internazionale che decide il prezzo dei carburanti, ossia il cosiddetto metodo Platt’s.

Prende il nome dalla testata inglese che tutti i giorni rende noti i prezzi a cui si sarebbero effettuate transazioni nel bacino del Mediterraneo. Non mancano le critiche a queste modalità. Non c’è nessun modo, dice la federazione, di verificare i prezzi.

Le critiche riguardano anche dall’assenza della politica indutriale di settore. In Italia e in Europa molte raffinerie hanno chiuso i battenti.

Oltre al ritorno alla politica dei prezzi amministrati, la federazione auspica che il governo proroghi il decreto sul taglio delle accise e che intervenga anche il Parlamento. Il legislatore dovrebbe porre per legge un prezzo massimo.

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