Contributi per genitori lavoratori divorziati o separati

Se rientrate in questa condizione, allora, potreste avere diritto a un sostegno economico. Vediamone le caratteristiche.

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(Pexels)

La situazione di una famiglia che fa i conti con un divorzio o una separazione di certo non è mai semplice da affrontare né per i coniugi né tantomeno per i figli, nel caso ci fossero.

Al giorno d’oggi, però, come dimostrano anche i dati emessi da recenti statistiche, si tratta di una condizione davvero piuttosto diffusa, visto che solo in Italia si contano numeri piuttosto alti.

C’è chi, peraltro, incolpa persino il periodo pandemico che, per l’appunto, potrebbe avere inciso sull’aumento dei sopracitati fenomeni. Certo, non può considerarsi probabilmente la causa principale, ma, in effetti, potrebbe anche essere stato un elemento scatenante o uno tra i tanti.

Non mancano, in questo senso, nemmeno però le conseguenze psicologiche sui bambini o i ragazzi di partner che hanno deciso di prendere strade diverse. In effetti, purtroppo, potrebbero innescarsi problematiche a livello emotivo e comportamentale.

Comunque sia, attualmente, come abbiamo avuto modo di riscontrare, il Governo sta tentando di venire incontro a diverse categorie di cittadini attraverso degli aiuti economici.

A questo punto, quindi, data la premessa, possiamo ricordare che al momento è stato stabilito anche un fondo giustappunto per i genitori lavoratori separati o divorziati. Ma a chi spetta esattamente?

Vediamo, dunque, di dare delle delucidazioni, nelle prossime righe, riguardo a questo sostegno pecuniario. In pratica, tale contributo è rivolto al genitore che deve mantenere almeno un figlio minorenne o uno maggiorenne caratterizzato da una forma grave di handicap.

Gli altri dettagli

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In particolare, però, il beneficiario non deve aver ricevuto l’assegno di mantenimento dopo l’8 marzo 2020 e il reddito deve essere uguale o minore di 8.174,00 euro.

La somma erogata in questione, per l’esattezza, è pari a 800 euro in un’unica soluzione per dodici mensilità. Naturalmente, però, bisogna anche tenere conto del numero dei richiedenti e dell’esaurimento delle risorse.

La procedura dell’istanza, promossa dal Dipartimento per le politiche della famiglia, prevede un’autodichiarazione che deve contenere le generalità del richiedente, gli estremi del conto corrente, il codice fiscale, la cifra dell’assegno di mantenimento attinente all’arco di tempo tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.

Ma, poi, ancora il reddito che potrebbe essere stato percepito nel corso dell’annualità nella quale non è stato ricevuto totalmente o in parte il suddetto assegno. Da non dimenticare nemmeno la copia della carta di identità e una copia del titolo che dà la possibilità dell’assegno di mantenimento.

A questo punto, quindi, il tutto dovrebbe essere più chiaro. Tuttavia, per maggiori informazioni è consigliabile consultare la piattaforma ufficiale idonea.

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