Pensioni, che cosa cambia nel 2023: devi saperlo subito

Le nuove misure e le possibili proroghe produrranno queste scadenze per i lavoratori che raggiungeranno i requisiti quest’anno. I dettagli

pensioni nel 2023
Pensione (Foto Adobe)

Ciò che durante la fase uscente del governo Draghi è apparso come un orizzonte vago e incerto, oggi assume invece qualche certezza in più; per lo meno se ne intuisce la direzione. Si parla di pensioni, ovviamente, ed in particolare non di ratei bensì di coloro che stanno riflettendo su un possibile congedo per il prossimo anno, grazie al raggiungimento dei requisiti.

Requisiti sì. Ma quali? È estremamente vicina la scadenza della Quota 102 – 38 anni di contributi versati e 64 anni di età -, ovverosia quella misura pensionistica provvisoria che ha messo in sospensione il sistema dettato dalla Legge Fornero, i cui requisiti saranno ripristinati automaticamente dal 1° gennaio 2023 se non si deciderà per un nuovo meccanismo di uscita.

Pensioni, che cosa cambia nel 2023: ecco cosa scegliere col proprio numero di anni contributivi

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Sebbene è da definire ancora l’età di pensionamento, sembra che sia unanime l’accordo per proporre al Parlamento la Quota 41, caldeggiata sin dalla campagna elettorale dalla Lega. Per l’Ape sociale e Opzione donna si parla di un sicuro rinnovo ma certamente il governo sta approntando dei provvedimenti premianti per coloro che ripenderanno a lasciare anticipatamente le loro mansioni.

L’altra opzione in campo è quella di rendere più flessibile la Legge Fornero anticipando l’età pensionabile rispetto a quella richiesta dall’odierna pensione di vecchiaia. Per il 2023 rimarranno, ad ogni modo, le seguenti soluzioni: pensione di vecchiaia (20 anni di contributi e 67 anni di età); pensione di vecchiaia contributiva (5 anni di contributi e 71 anni di età); pensione anticipata contributiva (20 anni di contributi e un assegno oltre 2,8 volte l’assegno sociale).

Infine, un’ultima scelta è rappresentata dalla pensione anticipata che si ottiene una volta raggiunti 42 anni più 10 mesi di contributi; per le donne l’età richiesta è di 41 anni. Vi sono poi i casi a parte dovuti alle gestioni speciali dell’INPS e alle casse professionali che finiscono per dettare ulteriori requisiti generali. I lavoratori addetti alle mansioni usuranti, insieme a disoccupati, invalidi e caregiver, possono richiedere la pensione in possesso di almeno 30 anni di contributi e 63 anni di età.

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