Quota 100, Draghi conferma: “L’abbiamo eliminata”, cosa succede ora

Il Primo ministro, da Bruxelles, parla di Quota 100 e rende nota la decisione del Governo in materia di pensioni: il provvedimento sparirà.

Mario Draghi cancella Quota 100
Mario Draghi cancella Quota 100 Foto da Twitter

Quota 100, il provvedimento che cumula l’anzianità contributiva con l’età anagrafica, finisce in soffitta. Lo ha confermato Mario Draghi dopo avere preso al Consiglio Europeo a Bruxelles.

Il premier ha demandato ogni eventuale discussione in materia di pensioni alla prossima Legge di Bilancio, sottolineando l’importanza di arrivare ad un processo di transizione il meno traumatico possibile al prossimo sistema.

Ci sono anche altri provvedimenti legati a quota 100 che a questo punto non dovrebbero essere rinnovate. Intanto cosa accadrà a tutti coloro che andranno in pensione a breve? Per il 2022 e 2023 rispettivamente si parla di una sorta di quota 102 e di quota 104, anche per cercare di liquidare in maniera definitiva gli ultimi residui della legge Fornero del 2012.

Le età coinvolte saranno quelle dei lavoratori con 64 e 66 anni, a fronte dei 62 di Quota 100. E saranno richiesti almeno 38 anni di contributi. Sarà però anche possibile continuare a lavorare fino a 67 anni, per chi lo vorrà.

Quota 100, cosa accadrà adesso

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Ad ogni modo è ovvio che ci saranno anche delle possibilità di uscita anticipata, specialmente verso determinate categorie di lavoratori, che avranno lo scopo di favorire l’ingresso di forze nuove. Una cosa vista con Opzione donna (che non dovrebbe essere riconfermata) e con l’Ape sociale (al contrario qui si va verso la riconferma).

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I lavori usuranti e pericolosi sia pubblici che privati potranno godere di un anticipo sulla pensione, con 1500 euro mensili di indennità per coloro che soddisferanno precisi requisiti. Tra questi i 63 anni di età ed almeno 36 di contributi.

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Si cercherà poi di fare si che la scelta sulla pensione spetti al diretto interessato e non all’azienda. Tenendo però in considerazione la necessità di dovere favorire un doveroso ricambio generazionale.

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